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La giornata del netturbino in Vaticano

La giornata del netturbino in Vaticano

Alle 3 del mattino, ogni giovedì, in piazza San Pietro, una spazzatrice automatica si aggira rumorosamente sul selciato. È guidata da un netturbino vaticano che inizia a pulire il suolo e a svuotare i 99 cestini. Un rito che si ripete di settimana in settimana per tutto l’anno. Lo spiega Rafael Tornini, responsabile del Servizio giardini e ambiente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

Normalmente, la giornata del netturbino inizia alle 6, ma ogni giovedì la pulizia della piazza è ancora più accurata e inizia alle 3,00 e per questo l’operatore viene coadiuvato da alcuni membri della Gendarmeria vaticana e dei vigili del fuoco. Oltre che spazzare i rifiuti lasciati per terra, si deve anche lavare e disinfettare tutta la superficie compresi i colonnati, perché il giorno precedente c’è stata l’udienza generale di Papa Francesco alla presenza di migliaia di persone. Per questo, tutti i giorni, incluso il lunedì di Pasquetta, le due spazzatrici stradali girano per pulire i sampietrini. Due volte all’anno nella piazza si effettua anche il trattamento diserbante con 1.400 litri di acqua e 20 litri di prodotti a basso impatto ambientale. Le spazzatrici vanno su e giù anche per le strade del Vaticano per ripulire principalmente il suolo dalle foglie. Passano poi i netturbini a svuotare i 25 cestini che ogni giorno vengono riempiti dai visitatori dei Giardini. Ma il grosso dei rifiuti proviene dai residui vegetali. In primo luogo dalla rasatura dei prati, soprattutto in estate, che viene effettuata una volta alla settimana, e dalla potatura delle siepi e degli alberi, in inverno. Si tratta di circa 400 tonnellate di residui vegetali all’anno, al quale si aggiungono rami caduti e addobbi floreali usati nelle celebrazioni alla presenza del Pontefice.

Oltre alle due spazzatrici automatiche, il Servizio giardini e ambiente è dotato di un Ape porter e di un furgone per la raccolta della carta e del cartone. Le maestranze addette sono quattro oltre a un dipendente fisso all’ecocentro che si trova nei pressi della Torre di San Giovanni. Una grande mole di lavoro li attende ogni giorno, visto che a turno devono non solo raccogliere i rifiuti speciali provenienti dai diversi uffici porta a porta, ma recuperare quelli differenziati. Piazza San Pietro poi, specialmente dopo le udienze generali del mercoledì, è una miniera di materiali abbandonati. Basti pensare a quanti oggetti vengono bloccati dai metal detector collocati agli accessi. Si tratta in maggioranza di materiali potenzialmente pericolosi, come forbici, coltelli, bottiglie di vetro che vengono consegnati al Servizio giardini e ambiente. Almeno una dozzina di sacchi di plastica nera vengono riempiti.

Il martedì e il venerdì i netturbini effettuano il giro del Vaticano per ritirare carta e cartone che portano all’ecocentro. Poi, ci sono giorni in cui vanno a ritirare le pile usate, i vecchi pc e i liquidi che si utilizzano per lo sviluppo e la stampa delle immagini al Servizio fotografico. C’è poi il giorno riservato al ritiro della plastica inserita nei compattatori per il Pet, il classico materiale con cui sono fatte le bottigliette dei distributori automatici, installati nei Musei vaticani. Sempre ai Musei, due volte al mese vengono ritirati gli scarti pericolosi di sostanze chimiche usate nei restauri.

I grandi cassonetti, invece, vengono svuotati due volte al giorno dai camion della spazzatura di una ditta specializzata. Una volta alla settimana viene effettuata la raccolta del vetro, della plastica da imballo, della carta, e dell’umido proveniente dalle mense e dalle poche abitazioni presenti.

Tornini ha fornito alcuni dettagli che evidenziano la mole di rifiuti raccolti da gennaio a luglio di quest’anno. Oltre 2000 quintali di carta e cartone, 240 quintali di plastica, 700 quintali di scarti di umido dalle mense, 300 quintali di vetro, 2.200 quintali di potature e sfalci, 620 quintali di ferro e materiali ferrosi, 4.000 chilogrammi di batterie al piombo, 1.800 chilogrammi di olio alimentare, 900 chilogrammi di olio motore, 2.500 chilogrammi di computer usati, 6.000 chilogrammi di cavi elettrici, 2.000 chilogrammi di lampade al neon e 140 chilogrammi di contenitori per toner delle fotocopiatrici. 

Fonte: L’Osservatore Romano n.235 del 16 ottobre 2019 - Nicola Gori

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