Vaticano verde

Lo Stato della Città del Vaticano ha compiuto una scelta ambientale che è irreversibile e che lo proietta tra le prime entità del mondo a raggiungere livelli record in materia di risparmio e di sostenibilità. Applicando i principi enunciati nell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, ha promosso, tra l’altro, l’utilizzo di veicoli elettrici al posto di quelli a combustione e ha convertito i trasformatori in modo da renderli più produttivi e meno inquinanti. Ne parla l’ingegnere Roberto Mignucci, capo ufficio Laboratori e Impianti del Governatorato, in questa intervista a «L’Osservatore Romano».

In che modo la «Laudato si’» ispira le vostre scelte?

La vocazione del Governatorato al rispetto del creato è antica quanto lo Stato della Città del Vaticano. Già nel 1929, alla sua fondazione, esisteva un impianto di teleriscaldamentro ben ottimizzato che per l’epoca era qualcosa di straordinario. Pochi conoscono queste cose, perché non è mai stata fatta opera di divulgazione su questo tema, ma il rispetto per la Casa comune ha sempre contraddistinto l’agire delle autorità dello Stato. C’erano macchinari all’avanguardia, come la stazione radio di Guglielmo Marconi nei Giardini vaticani.  La sensibilità verso l’ambiente ebbe nuovo slancio con l’enciclica del 1987 Sollicitudo rei socialis, nella quale tra i segnali positivi del presente, Giovanni Paolo ii annoverava «la maggior consapevolezza dei limiti delle risorse disponibili, la necessità di rispettarne l’integrità e i ritmi della natura e di tenerne conto nella programmazione dello sviluppo». Anche con l’enciclica di Benedetto xvi Caritas in veritate del 2009, il tema dello sviluppo collegato anche ai doveri che nascono dal rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale è stato motivo di ispirazione per un maggior impegno ecologico. Quindi già prima dell’enciclica di Papa Francesco, il Governatorato si era attivato su questa tema.

Come vengono applicati ora i suoi principi nel settore di cui lei è responsabile?

Cerchiamo di rispettare al massimo l’ambiente utilizzando materiali compatibili, eliminando le sostanze tossiche, cercando di risparmiare energia il più possibile e, soprattutto, di non sprecarla. Ci sono poi iniziative collaterali come la dotazione di doppi vetri e di serramenti a basso consumo energetico, gli schermi solari che non permettono l’introduzione del carico termico all’interno dell’ambiente, risparmiando sull’energia frigorifera, la realizzazione della illuminazione al led che permette sensibili risparmi di energia elettrica, l’adozione di macchine frigorifere e termiche ad alta efficienza. L’attenzione è puntuale, rendendo concrete le indicazioni del Papa.

Cosa vi ha spinto a installare le colonnine per la ricarica delle auto elettriche e come funzionano?

Nell’ottica di ottimizzazione, il vettore automobile ha un peso rilevante nella moderna società, non tanto in Vaticano, data la sua ridotta estensione, quanto all’esterno. Lo smog, prodotto dal traffico cittadino, lo subiamo anche noi dello Stato della Città del Vaticano, e nonostante i nostri risultati si notino poco, intendiamo dare un segno che è di grande importanza per tutti.  Le colonnine elettriche nascono dalla nostra particolare esigenza di trasformare la flotta di automezzi, attualmente con motore termico, in automezzi elettrici; per questa ragione, progressivamente, l’intera flotta non utilizzerà più l’energia termica.  La Direzione delle infrastrutture e servizi con gli automezzi in dotazione ha una percorrenza media di circa 6.000 chilometri all’anno; pertanto per noi è conveniente usare l’energia elettrica.  Inizieremo a breve collaborazioni con produttori automobilistici in grado di fornire in prova mezzi elettrici. Un’autovettura con motore termico non ha ragione di essere per quei chilometraggi, ma finora si è adottato quello che il mercato ha fornito, non avendo alternative valide. Le auto elettriche hanno il vantaggio di non avere emissioni di prodotti incombusti, di avere impatto acustico molto limitato e sono adatte ai pochi chilometri che percorriamo nel piccolo Stato.  A oggi, l’autonomia di un’auto elettrica è ottimale per andare fino a Santa Maria di Galeria o a Castel Gandolfo.  Il progetto prevede di installare colonnine nei vari siti come quelli già citati, Santa Maria Maggiore, San Giovanni, San Paolo fuori le Mura, e in tutte le sedi che ne facciano richiesta. Per ora l’accesso è riservato solo alle auto istituzionali, il privato non può usufruirne. Stiamo collaudando la rete e stiamo mettendo a punto il servizio in modo da estenderlo a tutte le aree indicate, così che l’energia elettrica potrà essere prelevata dalle colonnine installate. Attualmente il software per l’erogazione dell’energia è in via di sviluppo.

Nell’ottica del rispetto del creato, come state cercando di limitare le emissioni dei cosiddetti gas serra?

Con l’adesione dello Stato della Città del Vaticano al trattato di Kigali, la Direzione delle infrastrutture e servizi ha aggiornato la lista dei gas tecnici utilizzati nello Stato. Lo scopo dell’aggiornamento dello studio è quello di ridurre i cosiddetti “gas serra”.  Alcuni di questi gas, fortemente lesivi dello strato di ozono, saranno posti fuori uso dal 2025; se ne prevede la sostituzione con altri meno dannosi che però creano ulteriori problemi. Occorre osservare che al momento l’industria non è completamente preparata a questa emergenza e propone dei prodotti che solo momentaneamente possono ridurre l’effetto serra, ma non costituiscono la soluzione ottimale. Al momento i gas alternativi ecologici sono infiammabili, è questo rappresenta un forte limite di utilizzo. Non tutte le soluzioni, quindi, sono praticabili. Ci sono alcuni gas che non si infiammano, ma sono asfissianti. Per esempio l’ammoniaca e l’anidride carbonica (Co2) si usavano ai primi del Novecento negli ambienti industriali di grossa taglia, poi sono stati abbandonati perché pericolosi a favore dei gas florurati. L’ammoniaca è fortemente irritante e tossica, il Co2 in ambienti confinati è asfissiante.  Nell’Aula Paolo vi i nuovi gruppi frigoriferi funzionano con l’R134A. In futuro si potrà operare il cambio di gas a favore di uno più ecologico e quindi operare un miglioramento.  

I trasformatori elettrici che producono un elevato calore sono fonte di inquinamento e di dispersione di energia. Come pensate di risolvere il problema?

Tutta la rete elettrica di distribuzione in media tensione dello Stato della Città del Vaticano è dotata di trasformatori a basse perdite e alto rendimento di trasformazione, a stato solido (in resina), così da operare una ottimizzazione energetica della rete elettrica a 20 kv. Al momento questa tecnologia rappresenta il massimo presente sul mercato. I trasformatori servono a convertire l’energia dai 20 kv ai 400 v che usiamo normalmente negli impianti domestici. In questa fase si verificano due perdite: una al rame e una al ferro. Naturalmente, i trasformatori riscaldano: questo è un fenomeno fisico che non possiamo né prevenire né limitare. Abbiamo ridotto le perdite di trasformazione — e quindi anche in parte il calore emesso — molto significative con i vecchi trasformatori, mentre con i nuovi impianti si riesce a risparmiare circa il 20 per cento di energia.  Gli attuali trasformatori che non hanno più olio, sono a secco, e quindi non causano più inquinamento chimico in caso di rottura. Hanno rese molto più elevate, con conseguente risparmio sulla trasformazione di energia. In ausilio la rete è dotata di gruppi elettrogeni e a regime saremmo in grado di autoprodurre energia, in caso di emergenza.   

I pannelli solari sull’Aula Paolo vi e il solarcooling sul tetto della mensa di servizio possono essere applicati anche ad altre strutture presenti in Vaticano?

I pannelli fotovoltaici sulla copertura dell’Aula Paolo vi sono stati istallati nel 2008.  Purtroppo, in Vaticano manca lo spazio, è difficile integrare pannelli solari sopra edifici storici di pregio. L’energia prodotta nell’Aula viene interamente riversata sulla rete interna vaticana. La sala Nervi con questi pannelli si autosostiene nel corso delle manifestazioni che si tengono al suo interno. Il consumo di tutta la settimana, che è ridotto, si incrementa durante le udienze con il Papa.

Fonte: L’Osservatore Romano n. 260 dell’11 novembre 2020  -  Pagina 8 - di Nicola Gori

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Ecologia integrale

A colloquio con il vescovo segretario generale Fernando Vérgez Alzaga in cui parla dei progetti di gestione ambientale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

Sono numerosi i progetti di gestione ambientale che l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ ha ispirato al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Alcuni sono già stati realizzati e funzionano a pieno regime. Come la raccolta differenziata effettuata in tutte le Direzioni e gli Uffici, che precede lo smaltimento differenziato dei rifiuti, sia “normali” (organico, plastica, carta e materiali ferrosi) sia “speciali/pericolosi” (oli esausti, pneumatici, metalli, plastica, batterie, rifiuti ospedalieri). Altro progetto “bio” è il nuovo impianto di irrigazione dei Giardini vaticani che ha permesso di modernizzare la rete idrica inserendo nuove tecniche di gestione, ottenendo un risparmio di acqua e un più adeguato dosaggio a seconda del tipo di coltura. Ne abbiamo parlato, in questa intervista a «L’Osservatore Romano», con il vescovo Fernando Vérgez Alzaga, segretario generale del Governatorato.

Qual è il filo conduttore che vi ha guidati nella “scelta verde”?

Uno degli obiettivi che ci siamo preposti è la riduzione del consumo delle risorse. Abbiamo quindi iniziato ad attuare una serie di interventi volti a un maggiore controllo energetico e a una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica. Per questo, abbiamo installato diverse tipologie di pannelli solari, impianti con apparati a led, sensori crepuscolari di illuminazione e di presenza di ultima generazione, che regolano l’intensità in base al variare della luce naturale. Questi apparecchi garantiscono anche gli standard definiti dalle norme sulla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. Un altro traguardo che ci siamo dati è quello della dismissione in breve tempo delle vecchie apparecchiature finora in uso. Questo ci ha spinti a compiere il rinnovo tecnologico dei dispositivi di rete con sistemi operativi di nuova generazione a minor impatto ambientale.

Si è trattato quindi di un rinnovamento tecnologico?

Non solo, perché è vero che sono stati realizzati anche sistemi domotici che provvedono, in caso di assenza del personale, allo spegnimento automatico dell’illuminazione presente nelle varie aree al termine della giornata lavorativa. Ma, il Governatorato ha soprattutto adeguato, o lo sta facendo, le varie aree di competenza in cui è diviso, ai principi dell’enciclica dedicata alla cura e al rispetto della casa comune. Per esempio, un settore in cui abbiamo applicato questi principi è quello dell’attività agricola dello Stato della Città del Vaticano, che si svolge esclusivamente attraverso la Direzione delle Ville pontificie. Nella zona extraterritoriale di Castel Gandolfo la coltura di un vigneto e di un uliveto viene eseguita con tecniche non invasive che rispettano la terra a garanzia di un’elevata qualità del prodotto finale. Procedure e prodotti utilizzati rientrano nei canoni dell’agricoltura sostenibile. Lo stesso accade per la fattoria che gestisce una piccola varietà di animali da allevamento.

Un bene prezioso come l’acqua non può non essere stato oggetto delle vostre attenzioni...

Infatti, per quanto riguarda la tutela delle risorse idriche abbiamo provveduto a un’attenta riduzione dello spreco con l’uso razionale mediante l’installazione di circuiti chiusi per il riciclo delle acque destinate alle fontane dei Giardini vaticani. È prevista, entro l'anno, la riqualificazione della rete di distribuzione di irrigazione e dell’antincendio. Un altro passo verso un uso oculato è stato quello compiuto già dal 2016 nella mensa di servizio dei dipendenti del Governatorato. È stato infatti adottato un sistema di erogazione attraverso distributori grazie ai quali il dipendente si serve da solo e prende direttamente le bevande con il proprio bicchiere, diminuendo così drasticamente gli sprechi.

Passiamo al capitolo energia. Come state incentivando il risparmio in questo campo?

Il controllo dello spreco di si effettua mediante la sostituzione dei sistemi di illuminazione con apparati a led. Un altro aspetto da considerare è la realizzazione di sistemi domotici. Ricordo che la domotica è quella disciplina che si occupa dello studio delle tecnologie volte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli edifici. Altro progetto in corso è l’adozione di nuove apparecchiature in sostituzione di quelle con meno rendimento e più dispersione. In particolare, si sta cercando di eliminare i vecchi trasformatori elettrici che producevano un elevato calore, con quelli di ultima generazione conformi alle norme europee che hanno ridotte perdite. Questa rotazione delle apparecchiature e l’adozione di nuove tecnologie viene applicata anche nel settore informatico e nel Centro di elaborazione dati (Ced).

Uno degli obiettivi strategici è quindi la sostituzione dei vecchi apparati?

Certamente: abbiamo già fatto passi avanti nel sistema di illuminazione, e questo ci ha permesso di ridurre notevolmente i consumi. Basti ricordare la nuova illuminazione della volta della Cappella Sistina che consente una riduzione di circa il 60 per cento dei costi energetici e delle emissioni di gas serra e un rallentamento considerevole dell’invecchiamento degli affreschi. Un altro progetto già avviato riguarda la nuova illuminazione di piazza San Pietro e del colonnato del Bernini che permette un risparmio di energia compreso tra il 70 e l’80 per cento. Ma anche l’intervento dentro la basilica Vaticana ha consentito una sensibile rivalutazione visiva delle superfici artistiche delle volte e una minore spesa compresa tra il 70 e l’80 per cento.

Tutto ciò avviene all’interno delle mura leonine. E nei palazzi extraterritoriali?

Basti pensare alla basilica papale di Santa Maria Maggiore. Il nuovo impianto di illuminazione ha permesso una riduzione della potenza necessaria di circa l’80 per cento. Rientra nell’uso oculato anche l’adozione di impianti fotovoltaici installati sul tetto di copertura dell’Aula Paolo VI e presso la sede residenziale della Specola Vaticana a Tucson, in Arizona. Ciò ha permesso una sensibile riduzione dei costi energetici e il conseguente abbassamento di emissioni di anidride carbonica. Inoltre, vorrei ricordare che dal 2009 è attivo, presso il Centro industriale di quella che era la Direzione dei servizi tecnici, un impianto che viene chiamato di “raffreddamento solare”. Si tratta di 78 collettori solari termici destinati alla conversione dell’energia solare in energia termica e frigorifera necessari per la climatizzazione della mensa di servizio nel periodo estivo.

Anche i trasporti su gomma inquinano. Come cercate di diminuire in questo ambito l'impatto ambientale?

Per quanto riguarda la trazione e i trasporti, dal 2014 è stata adottata una progressiva limitazione del traffico dei veicoli dei dipendenti del Governatorato all’interno dello Stato. È stata consentita inoltre la sosta dentro le mura leonine solo alle auto di quanti risiedono oltre un raggio di due chilometri dal Vaticano. Dal 2018, poi, è stata creata una rete infrastrutturale di ricarica per veicoli elettrici e ibridi. Attualmente, sono in funzione all’interno dello Stato dieci apparati che offrono venti punti di ricarica. È in programma anche il rinnovo del parco macchine dello Stato con vetture elettriche e ibride in comodato gratuito o noleggio per i servizi di Stato, come per le Poste Vaticane. Dal 2019 è stato adottato dalla Direzione dei servizi economici (denominata ora Direzione dell’economia) il gasolio per autotrazione di tipo Diesel+, formato da una percentuale di circa il 15 per cento di componente green rinnovabile, ricavato da oli vegetali esausti e grassi animali. Ciò consente una riduzione dei consumi del 4 per cento, rispetto al gasolio tradizionale, e delle emissioni gassose inquinanti, cioè di monossido di carbonio e di idrocarburi incombusti, fino al 40 per cento.

Anche il riscaldamento domestico è un fattore decisivo di inquinamento...

Per quanto riguarda il riscaldamento e il condizionamento degli edifici si è provveduto alla riqualificazione della Centrale termica dello Stato e alla sostituzione degli impianti di condizionamento che utilizzano i gas derivati dai clorofluorocarburi, quelli responsabili dell’effetto serra nell’atmosfera. Come ho detto, si è installato un sistema di raffreddamento solare al fine di ridurre e progressivamente eliminare le sostanze che minacciano lo strato di ozono. Sempre nell’ottica della salvaguardia del creato, compatibilmente con il contesto architettonico-storico e artistico del Vaticano, è prevista in tutti gli edifici del Governatorato l’adozione obbligatoria di infissi e isolanti per la riduzione della dispersione termica.

Fonte: Di Nicola Gori - L’Osservatore Romano n.181 del 9 agosto 2019  -  pagina 8

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