Archivio Segreto Vaticano

L’Archivio Segreto Vaticano svolge la propria specifica attività di custodia e valorizzazione degli atti e dei documenti che riguardano il governo della Chiesa universale, offrendo un servizio principalmente al Romano Pontefice e alla Santa Sede e, in seconda istanza, agli studiosi, senza distinzione di paese e religione.

L’attuale denominazione «Archivio Segreto Vaticano» è attestata per la prima volta alla metà del ’600 e oggi come allora qualifica l’archivio privato (secretum) del papa, che vi esercita in prima persona la suprema ed esclusiva giurisdizione.

Il patrimonio documentario conservato nei suoi vasti depositi copre un arco cronologico di circa dodici secoli (secc. VIII-XX), è costituito da oltre 600 fondi archivistici e si estende per 85 km lineari di scaffalature, collocate, fra l’altro, nel Bunker, un locale su due piani, ricavato nel sottosuolo del Cortile della Pigna dei Musei Vaticani.

Da quando papa Leone XIII, nel lontano 1881, ne aprì le porte agli studiosi, l’Archivio Segreto Vaticano è divenuto un centro di ricerche storiche fra i più importanti e celebri al mondo.

Secondo una prassi invalsa a partire dal 1924, il papa concede il libero accesso ai documenti «per pontificati»: attualmente il limite cronologico di consultabilità è posto alla fine del pontificato di Pio XI (febbraio 1939). Nondimeno, in deroga a questa consuetudine, Paolo VI, fin dalla chiusura dei lavori conciliari nel 1965, rese accessibile agli studiosi l’Archivio del Concilio Vaticano II (1962-1965); Giovanni Paolo II ha aperto alla consultazione il fondo Ufficio Informazioni Vaticano, Prigionieri di Guerra (1939-1947), e, da ultimo sono stati messi a disposizione dei ricercatori il fondo Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia (1924-1989) e il fondo Censimento degli Archivi Ecclesiastici d’Italia (1942).