La “Nassa del Pescatore” nel ricordo dell’Apostolo Pietro

Per rendere omaggio all’Apostolo Pietro, il Servizio Giardini e Ambiente, parte della Direzione delle Infrastrutture e Servizi del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha ripreso una tradizione che risale alla fine del 1700.
A partire dalla sera che precede la solennità dei Santi Pietro e Paolo, sulle due colonne bianche in marmo africano poste all’ingresso principale della Basilica di San Pietro viene appesa la cosiddetta “Nassa del Pescatore”, un simbolo che ricorda l’antico mestiere di San Pietro, primo degli Apostoli.
La nassa è una struttura metallica che riproduce la forma di uno strumento da pesca antico, fatto da un imbuto e una rete che intrappola i pesci, attirati da un’esca posta all’interno. Questo oggetto rappresenta le nasse che i pescatori del lago di Tiberiade lasciavano in acqua la sera per poi recuperarle al mattino, con la pesca del giorno.
La nassa viene sospesa per le estremità tramite due corde e viene decorata interamente con rametti di piante aromatiche. Sul corpo principale della struttura vengono legati 500 mazzetti di mirto tarantino (myrtus tarentina), mentre lungo le corde vengono fissati 400 mazzetti di alloro (laurus nobilis).
La realizzazione richiede un grande impegno e coinvolge circa dieci persone. Il lavoro inizia circa una settimana prima del 29 giugno, con la raccolta del mirto tarantino, che cresce abbondante ai margini del bosco nei Giardini Vaticani. Una volta raccolto, il fogliame viene trasportato nella sede centrale del servizio, dove viene selezionato e lavato. Le foglie troppo tenere vengono eliminate con delle forbici, poiché tenderebbero a marcire in breve tempo.
I mazzetti così ottenuti vengono immersi in acqua e poi conservati in una cella frigorifera. L’alloro, invece, viene acquistato esternamente perché nei Giardini Vaticani non ci sono abbastanza piante per soddisfare il fabbisogno. Anche l’alloro viene trattato con lo stesso procedimento.