15 dicembre: San Valeriano di Avensano, Vescovo
Difensore della fede fino all’ultimo istante di vita
Il 15 dicembre la tradizione liturgica ricorda San Valeriano, Vescovo della comunità di Avensano — un’antica diocesi dell’Africa Proconsolare, corrispondente all’odierna area archeologica di Bordj-Hamdouna (Tunisia), già nell’arcidiocesi di Cartagine.
Giunto all’episcopato in età molto avanzata, dopo il Vescovo Fortunato, Valeriano esercitò il suo ministero nel pieno delle tensioni religiose che attraversavano il Nord Africa nel V secolo, quando i Vandali ariani, guidati da Genserico, imponevano con durezza la loro dottrina.
Quando il sovrano ordinò che gli fossero consegnati tutti gli arredi sacri della Chiesa, Valeriano non solo oppose un deciso rifiuto, ma denunciò apertamente le brutalità dei soldati. La sua fermezza irritò il re, che decretò l’espulsione del vecchio Vescovo — aveva superato gli ottant’anni — insieme ad altri prelati della regione. Gli fu imposto di non trovare accoglienza presso nessuno: né una casa, né un campo potevano offrirgli riparo. Così il pastore, spogliato di tutto, fu costretto a vivere esposto alle intemperie lungo una strada pubblica, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena.
Le testimonianze antiche, in particolare quelle di Vittore di Vita nella Historia persecutionis Africanae Provinciae, lo presentano come un vero testimone della fede, saldo fino all’ultimo nel rifiutare ogni compromesso con l’eresia dominante. La morte lo colse durante uno dei suoi spostamenti in esilio, attorno al 460, stremato dalle privazioni, ma sempre fedele al Vangelo che aveva predicato.
La sua memoria è tramandata da diversi martirologi: Floro lo indica al 28 novembre, Adone al 15 dicembre, data che il Martirologio Romano ha definitivamente accolto come giorno della sua celebrazione. Figura di Vescovo mite e incrollabile, Valeriano rimane simbolo della Chiesa africana che, pur perseguitata, non venne meno alla testimonianza della vera fede.
