21 luglio: San Lorenzo da Brindisi, Dottore della Chiesa
Difensore della Dottrina della Chiesa
Svolse ogni incarico con semplicità e umiltà, difendendo la Chiesa dagli attacchi dei nemici della fede, promuovendo la pace tra i potenti in conflitto e guidando con impegno l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
San Lorenzo da Brindisi, il cui nome di nascita era Lorenzo Russo, nacque a Brindisi il 22 luglio 1559. Iniziò i suoi studi con i Frati Minori Conventuali a Brindisi. Tra il 1565 e il 1567 prese l’abito da religioso e frequentò la scuola per aspiranti frati. Già da giovanissimo cominciò a predicare in pubblico, come era consuetudine tra i Conventuali. A 14 anni si trasferì a Venezia da uno zio sacerdote.
Qui entrò in contatto con l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e chiese di entrarne a far parte. Dopo il noviziato e gli studi di filosofia, teologia e Sacra Scrittura, fu ordinato sacerdote il 18 dicembre 1576.
Grazie alla sua conoscenza delle materie religiose, al grande talento nell’oratoria, alla profonda spiritualità e a una vita ascetica molto rigorosa, Lorenzo conquistò la stima sia dei suoi confratelli sia degli studiosi del tempo.
Girò l’Italia dedicandosi a diffondere la Parola di Dio. A questo compito lo aiutavano molte sue qualità spirituali, che lo rendevano un oratore capace e efficace. Seguendo gli insegnamenti francescani, la sua predicazione era sempre ben radicata nella Sacra Scrittura, che egli annunciava con chiarezza di pensiero e con uno stile ricco e coinvolgente. Intorno a lui avvenivano numerosi episodi di conversione, spesso anche tra persone che non erano cristiane.
All’interno dell’Ordine ricoprì incarichi importanti: fu Maestro dei novizi e superiore (guardiano) nel 1586, ministro provinciale in Toscana (1590-92), Veneto (1594-96), Liguria (1613-16), commissario generale in Boemia e Austria (1599-1602 e 1606-10), e in Baviera-Tirolo (1611-13), e ministro generale dell’Ordine (1602-05).
Per le sue capacità, fu incaricato di importanti missioni in tutta Europa: tra il 1592 e il 1594 fu predicatore presso gli ebrei di Roma, su incarico del Papa. Nel 1599, fondò una missione cappuccina a Praga. Nel 1601 partecipò alla guerra contro i turchi ottomani come cappellano militare, incoraggiando le truppe cristiane nella battaglia di Albareale (Ungheria). Fu anche coinvolto in delicate missioni diplomatiche: al duca di Mantova, Vincenzo Gonzaga (1602), al governatore di Milano, Pietro di Toledo (1616 e 1618), alla corte di Baviera come rappresentante della Santa Sede (1610-13), alla corte di Spagna, per sostenere la Lega cattolica tedesca (1609).
Nel 1618 si trovava a Napoli, dove fu incaricato dai nobili locali di andare in Spagna per denunciare al re Filippo III le ingiustizie e gli abusi del viceré, don Pietro Giron, duca di Osuna. Dopo vari ostacoli e un tentato agguato, fu ricevuto dal re il 26 maggio 1619. Durante l’udienza, profetizzò la propria morte imminente e disse che, se il re non avesse agito per aiutare il popolo napoletano, sarebbe morto entro due anni. A Belém, vicino a Lisbona, il 22 luglio 1619, giorno del suo sessantesimo compleanno, morì improvvisamente, forse avvelenato. Come aveva previsto, anche Filippo III morì due anni dopo, nel 1621, senza aver preso provvedimenti.
Nel 1783 Pio VI lo beatificò e, nel 1881, Leone XIII lo canonizzò. Giovanni XXIII, nel 1959, lo dichiarò Dottore della Chiesa.
